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Mia moglie con gli extra-comunitari

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2012 16:40
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Città: MILANO
Età: 49
Sesso: Maschile
05/06/2012 16:40

Ciao sono Marco, felicemente sposato con Daniela da soli due anni, dopo un lungo fidanzamento che ci ha visto dividere gioie e dolori per sei lunghi anni.
Abbiamo molte volte fantasticato di avere rapporti esterni, con gente sconosciuta, di vivere una situazione non programmata, un’avventura senza controllo. E poi devo confessarvi che per mia moglie non sarebbe alquanto difficile trovare degli amanti, Lei, così bella e raffinata, elegante e sinuosa, gioiosa ed intelligente. Forse con il suo aspetto borghese ed istruito, con il suo vestire elegante e rifinito, delle volte mette in soggezione gli uomini, che temono un confronto dialettico con una persona che trasuda cultura e ricercatezza.
Sto tornando a casa in auto dopo una lunga giornata di lavoro e spero di trascorrere questo venerdì sera in compagnia della mia dolce metà che oggi per telefono mi ha anticipato di volere trascorrere una serata piccante ed eccitante. Infilo le chiavi nel portone, apro e sopra il tavolo trovo un biglietto insieme ad una rosa rossa che mi invita a raggiungerla in un ristorantino sulla collina alle ore 21,00. Faccio una doccia veloce, mi vesto elegantemente, calzo delle belle scarpe fatte a mano e sono subito in macchina, con i miei pensieri e con le mie speranze e le mie voglie. Arrivo al ristorante e Lei, bellissima, mi attende al bancone del bar, sorseggiando un aperitivo: è affascinante nel suo abito nero, con i suoi lunghi capelli corvini e quei due occhioni scuri, sensuali e tenebrosi. Ci salutiamo, dandoci un bacio caldo ed appassionato, sento il suo profumo inebriante, il suo calore, mi trasmette la sua grinta, la sua autorevolezza. Ci accomodiamo in sala, vicino ad un caminetto acceso, ed ordiniamo la nostra cena bevendo un ottimo vino bianco. Prendiamo un dolce, gustiamo un caffè, pago il conto, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso la statale, senza nessuna meta, convinti solo che qualcosa dovrà accadere. Daniela, alza la gonna, vedo quelle bellissime lunghe gambe fasciate da autoreggenti nere, sfila gli slip e me li porta sul viso per farmene annusare gli odori. Mi avverte:
>> stasera vedrai la tua donna fare la troia con dei perfetti sconosciuti, stasera per la prima volta sarai un cornuto.
Eccitato al massimo, accetto, ma alla condizione che sia io a scegliere chi dovrà trombarla e Lei senza esitazione annuisce favorevolmente. Ho il membro duro come l’acciaio, Lei intanto continua a toccarsi e a mugolare come una gatta in calore. Ci fermiamo in Corso Cairoli, parcheggiamo ed insieme scendiamo e tenendoci per mano iniziamo a camminare per la strada, è affollata di vita, di giovani, di profumi. Lei con lo sguardo cerca due bei giovani fuori da un pub, ma io le ricordo, che la scelta aspetta solo ed esclusivamente alla mia persona. Camminiamo ancora ed arriviamo ad un bar d’infimo ordine, frequentato da gente modesta e squattrinata, lontana dalle nostre abitudini mondane ed altezzose. Lei si irrigidisce, ma io la prego d’entrare e ci appoggiamo al bancone ordinando due bicchieri di vino. L’ambiente è brutto, maleodorante, sembra di essere entrati in una vecchia bettola: abbiamo gli occhi di tutti i presenti addosso, la stanno spogliando con la mente, leggo nei loro occhi il desiderio di possederla. Daniela è nervosa, titubante, mai avrebbe pensato che io avessi osato introdurla in un locale simile, Lei una donna di gran classe, abituata a gente colta e chic. Intravedo sulla sinistra tre uomini di colore seduti a bere birra, guardare la mia donna e parlottare e ridere tra loro: sono loro che voglio, loro dovranno fottere la mia Daniela. Le comunico la mia scelta, dovrà essere Lei, con coraggio e sfrontatezza a rimorchiarli e ha combinare l’orgia: ormai siamo in gioco, non esistono tentennamenti, ora si fa sul serio. Anche se contrariata, incazzata e decisa, raggiunge il tavolo dei tre, si accomoda e dopo qualche minuto si alza e gli extra-comunitari in silenzio la seguono fuori dal locale, dove io, con la macchina accesa li attendo in trepidazione. Salgono tutti ed io con autorità li avverto che loro potranno giocare con il corpo di mia moglie, ma il tutto si svolgerà sotto la mia attenta regia. Partiamo e dopo pochi minuti parcheggio di nuovo e a piedi ci rechiamo per una stretta via fino a raggiungere una casa abitata da uno dei nostri nuovi amici. Entriamo, è una casa di due piani, molto malridotta, con luce bassa ed umidità che trasuda dalle pareti, c’è un forte odore di cipolla, è un ambiente sporco, dalla cucina si vedono piatti ancora da lavare ed anche il pavimento avrebbe bisogno di essere pulito. La guardo, penso sia impaurita, cerco nel suo sguardo un segnale che voglia dire tagliare la corda e di salutarli, ma mi accorgo che Lei ormai fa parte di questa scena, è convinta e decisa. Andiamo di sopra nella stanza da letto, anch’essa trasandata e puzzolente e mentre io mi accomodo su di un piccolo sgabello, ordino ai tre uomini di denudarsi e chiedo a mia moglie di farli eccitare con uno spogliarello. I primi due che avranno una quarantina d’anni, hanno già il fallo in tiro, mentre il più anziano che all’incirca avrà 50/55 anni tira fuori un arnese mostruoso che pian piano inizia a masturbare ed indurire. Daniela si è già tolta il vestito ed il reggiseno, ed è rimasta nella sua incantevole bellezza solo con le sue eccitanti autoreggenti di colore nero. Ora le chiedo di baciarli in bocca, di gustare la loro saliva, e poi d’inginocchiarsi e di assaporare i loro arnesi turgidi e neri; con maestria, li lecca, li stuzzica, ne ingoia le cappelle rosse infuocate, piano piano, raggiungendo spesso le palle per poi risalire a lingua aperta, come si fa per leccare un succulento cono gelato. Ora sono pronti, Moamhed, il più vecchio è al massimo dell’eccitazione, ha una spranga enorme, lunga e nerbuta, e mentre la mia compagna continua a sbocchinarlo, chiedo agli altri di scoparla da dietro, come una lurida cagna. Lei sotto i colpi dei due uomini che vicendevolmente la fottono, ansima animosamente, grida e li incita a chiavarla sempre più forte. Sarà venuta almeno due volte, ma non è appagata, sente che quella è la sua serata, dispone di tre cazzi per giocare, per succhiare, per divertirsi. I due neri più giovani prendono del coraggio ed iniziano ad insultarla a chiamarla puttana bianca, le dicono che quei grossi arnesi sono solo per Lei, che è la più grande troia del mondo e prima di venire la prendono delicatamente per i capelli la girano verso i loro sessi ed entrambi nello stesso istante le vengono in faccia e poi di nuovo le sbattono i cazzi in bocca affinché siano ripuliti. Intanto Moamhed, sempre con il maestoso uccello in tiro, mi guarda, ed io gli concedo il permesso di usufruire delle grazie della mia splendida metà, che si è ripulita il viso dagli schizzi di sborra dei suoi amici. Lui gentilmente la prega di mettersi carponi, e inizia con la sua grossa mazza a stantuffarla, e vedo colare gli umori dalla fica grondante di Daniela che sembra vagare con lo sguardo in un altro pianeta. Dopo almeno dieci minuti di continue pompate, il vecchio si ferma, ed inizia con la lingua a leccarle il buchetto del sedere e con un colpo secco infila una modesta parte del suo enorme uccello nel culo di mia moglie che emana un urlo altisonante, poi con notevole fatica, pian piano lo inserisce tutto provocandole un iniziale lancinante dolore che si trasforma con il passare dei minuti in una splendida scopata con il culo. Infine, lo tira fuori, la prega di inginocchiarsi, glielo caccia in bocca e le chiede di bere tutto il suo nettare, e Lei forse per ringraziarlo di quell’eccezionale cavalcata, lo accontenta senza lasciare cadere neanche una goccia. La guardo,ha un viso estasiato, ha provato la gioia d’essere posseduta contemporaneamente da tre uomini ben dotati, li ha desiderati, li ha eccitati, usati, spremuti, ha dimostrato al suo uomo che è capace di tutto, che lo può esaudire in ogni sua più perversa fantasia sessuale. Lei è una vera DONNA.
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